L’incontro di Ferdinando II di Borbone con il colonnello Diodato Sponsa

A cura del dott.Girolamo Gagliardi con la collaborazione dell’Architetto Franz Manfredi e del pubblicista Pietro Soldi.

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Betulla Spoglia di Domenico MANCUSI

Sabato 1 Dicembre 2018 – Ore 18:30, Biblioteca “Tommaso Claps”

Betulla Spoglia di Domenico MANCUSI

Saluti
Andrea GenovesePresidente della SOMS Avigliano
Avv. Mimì Pace

Interventi
Prof.ssa Maria Lucia Nolè
Prof. Ennio Ielpo

Letture a cura di Elda Rizzitelli
Musiche di Leandro Sileo

Sarà presente l’Autore

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Fermatempo – Poesie e Pensieri di Francesco POTENZA

Sabato 17 Novembre 2018 – Ore 18:30 presso la Biblioteca “Tommaso Claps” della S.O.M.S. presentazione del libro Fermatempo – Poesie e Pensieri di Francesco Potenza.

Saluti:
Andrea Genovese – Presidente della SOMS Avigliano
Mimì Pace – Avvocato
Intervengono:
Angelo Parisi – Scrittore e Poeta
Rocco Pezzano – Scrittore e Giornalista
Letture a cura di: Giuliana Fasano e Angela Giordano
Sarà presente l’Autore

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Da Avigliano a Sant’Ilario

Sabato 3 novembre 2018 – Ore 18:00, presso la biblioteca “Tommaso Claps” – Itinerario nella civiltà contadina della Nazione Aviglianese attraverso i libri e il CD di Donato Antonio TELESCA.

Saluti: Andrea Genovese – Presidente SOMS
Vito Summa – Sindaco di Avigliano
Franz Manfredi – Presidente Centro Permanente per l’Educazione Musicale

Prossimi appuntamenti presso la Biblioteca “Tommaso Claps”:
– Presentazione del libro FERMATEMPO di Francesco Potenza
– Presentazione del libro BETULLA SPOGLIA di Domenico Mancusi
– Presentazione del libro FANTASMI DI NEBBIA di Francesco Bergamasco
– Concerti del Festival del Mandolino di Avigliano – Concerti d’autunno

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Incentivi allo studio 2018

Da lunedì 10 settembre fino al 20 dicembre 2018 – presso gli uffici della Società di Mutuo Soccorso fra gli Operai di Avigliano si possono richiedere gli “Incentivi per lo Studio” riservati ai Soci ed ai familiari conviventi (coniuge e figli)

Si invitano i Soci a portare la tessera della SOMS per la compilazione della domanda

a) Scuola primaria nel 2016/17
(ex licenza scuola elementare)
PASSAGGIO ALLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO NEL 2017
Certificato di frequenza del 1° anno scolastico relativo al 2017/2018

(€ 25,00)

b) Scuola Secondaria di Primo grado 2016/17 (ex licenza scuola media) PASSAGGIO ALLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO NEL 2017Certificato di frequenza del 1° anno scolastico relativo al 2017/2018

(€ 50,00)

c) Corso di Laurea Triennale, Magistrale/Specialistica, a Ciclo Unico  (iscrizione nel 2017)Copia del certificato di iscrizione al secondo anno accademico (2018/2019)

(€ 100,00)

d) Corso di Formazione Professionale post Diploma o Master post-laurea frequentati nel 2018 (si potrà usufruire di un solo incentivo)Copia del versamento/ iscrizione effettuato

(€ 100,00)

Coloro che hanno ottenuto la “Premiazione dello studio” non potranno usufruire dell’ Incentivo per lo studio – 2018

AVIGLIANO: IL DRAMMATICO DECLINO DI UNA CITTA’ IL CIRCOLO VIZIOSO DELLO SPOPOLAMENTO

di Mimì Pace

Breve premessa

Per meglio rappresentare la situazione in cui versa il comune di Avigliano sotto l’aspetto dello spopolamento, ritengo opportuno fornire, preliminarmente, le seguenti informazioni.

L’anno scorso è stato presentato, presso la Camera dei Deputati, il Rapporto Montagne Italia 2017”, della Fondazione Montagne Italia, struttura di ricerca dell’UNCEM e di FEDERBIM.

E’ anche  opportuno precisare che l’UNCEM  è l’associazione nazionale dei Comuni e degli Enti montani.

In detto “Rapporto” si afferma che   “uno degli indicatori per misurare lo stato di un territorio è la demografia e gli Appennini, ancora più delle Alpi, scontano una situazione drammatica: nel 2016, in un solo anno, hanno perso lo 0,61% della popolazione”.

Il “Rapporto” considera  la perdita, in un  anno, dello 0,61% della popolazione residente, un dato drammatico.

Perchè ho iniziato con la citazione di questo “Rapporto” istituzionale?

Perchè vorrei evitare, ma sono consapevole che sarà difficile, che le cose che dirò più avanti vengano interpretate come strumentali e/o politicamente finalizzate.

La prova che sarà difficile che non si parli di strumentalizzazione politica l’ho avuta nel consiglio comunale di qualche giorno fa dove, oltre a mettere in discussione la veridicità dei dati che seguono, sono stato accusato addirittura di “terrorismo”!

Ho maturato il dubbio che, poichè i dati che seguono sono reali, sono purtroppo proprio loro a terrorizzarci.

I dati drammaticamente allarmanti dello spopolamento di Avigliano.

L’ISTAT ci dice che la popolazione residente nel Comune di Avigliano alla data del 31.12.2005 era costituita da  12.069 abitanti; la popolazione residente al 28.02.2018 è costituita, invece, da 11.315 abitanti.

E’ il caso di far rilevare, altresì, che i dati evidenziano che gli stranieri residenti alla data del  31.12.2005 erano meno di venti; mentre gli stranieri residenti al 31.12.2017 sono 214.

Se non si tiene conto degli oltre duecento stranieri, i  numeri evidenziano, nel predetto periodo, una differenza in negativo della popolazione aviglianese di circa 900 persone.

Nel giro di poco più di dieci anni il Comune di Avigliano ha quindi perso quasi 900 cittadini aviglianesi.

Per intenderci, è come se l’intera  popolazione  di una frazione come Sant’Angelo, Possidente o Lagopesole, sia sparita.

E, se si guardano i dati anno per anno, ci si rende conto che v’è la descrizione di un declino che, se non lo si studia e non si mette mano a politiche pubbliche adeguate, potrebbe diventare inarrestabile.

I dati ci dicono, ancora, che il decremento di popolazione è iniziato con una perdita di 20-30 abitanti all’anno nel tiennio 2006, 2007 e 2008, per arrivare agli oltre centoventi del 2015, 2016 e 2017). E tutto ciò è accaduto nonostante, specie negli ultimi anni, la popolazione residente ad Avigliano sia stata incrementata, annualmente,  di diverse decine di arrivi internazionali.

Contro l’atteggiamento giustificazionista.

Poichè, come già detto, mi è già capitato di accennare pubblicamente alla questione, sono consapevole di urtare la suscettibilità dei molti che, quasi meccanicisticamente, risponderebbero: “Sì, va bene, ma è una situazione generalizzata; tutta la Regione Basilicata  soffre, da tempo, di un decremento di popolazione”.

Il dato in assoluto è vero. La regione Basilicata sta subendo un fenomeno di spopolamento da oltre due decenni.

In passato è accaduto, però,  che mentre la Regione Basilicata nel suo insieme perdeva popolazione (anni ’90 e prima metà del primo decennio del 2000), il Comune di Avigliano, in controtendenza, aumentava la popolazione residente. Abbiamo avuto, come Comune di Avigliano, oltre un trentennio di lenta crescita della popolazione residente. Siamo passati dai meno di undicimila abitanti del censimento ISTAT del 1971 ai 12.069 abitanti del 31.12.2005.  Dopo il 2005 la popolazione residente  è andata, inesorabilmente,  diminuendo.

Ma il dato oltremodo drammatico è che da qualche anno il Comune di Avigliano perde popolazione con una velocità doppia rispetto a quella regionale. Infatti, se il decremento della popolazione regionale  ammonta a poco più dello 0,50 per cento  all’anno, quello del Comune di Avigliano ammonta a più dell’uno per cento all’anno. Il Comune di Avigliano che ha viaggiato per qualche decennio in controtendenza rispetto al trend di spopolamento regionale (aumentava i residenti quando la Regione nel suo insieme li perdeva), oggi perde, in termini percentuali annuali, il doppio di quanto ne perde la Regione Basilicata nel suo insieme.

Anche qui, pregherei che non mi si obiettasse che il decremento di popolazione è dovuto al saldo negativo tra nascite e decessi.

Infatti, se volessimo attribuire il decremento di residenti alla sola differenza tra i decessi e le nascite faremmo un grave errore. La differenza tra i morti ed i nati tra il 2005 e il 2016 ha un saldo negativo di 233, mentre la popolazione aviglianese  persa, se si tiene conto degli oltre 200 stranieri nel frattempo acquisiti come residenti ad Avigliano,  è di circa 900 persone. Se ai circa 900 residenti in meno si detraggono le 233 dovute al saldo negativo per i decessi, mancano comunque all’appello settecento persone non più residenti.

Non dobbiamo solo prendere atto che il saldo tra i decessi ed i nati è negativo, dobbiamo prendere atto che la gente se ne va; e se ne va con una percentuale doppia rispetto a quella regionale che, già di per sé, è considerata drammatica.

Nei numeri c’è la descrizione di un declino, lento ma inarrestabile se non si mette mano con politiche adeguate.

Lo spopolamento come circolo vizioso.

In un recente studio è stato sottolineato che “tra i fenomeni economici, la crescita economica e i fenomeni demografici, c’è un rapporto molto forte”… “Un libro molto noto ha ribadito che la crescita, cioè l’aumento del PIL, è fortemente legato alle dinamiche demografiche. Per cui in passato abbiamo avuto una grande crescita del PIL anche collegata alla grande crescita demografica, il che significa che quando la popolazione diminuisce molto difficilmente si può avere un fenomeno di crescita del PIL. La seconda considerazione riguarda il fatto che i fenomeni demografici, più di qualunque altro fenomeno sociale, hanno una fortissima inerzia. Il che significa che le grandezze che normalmente fanno parte della demografia (natalità, mortalità, nuzialità, etc.) cambiano molto lentamente nel tempo”…

“Lo spopolamento è un fenomeno del tipo circolo vizioso. Cioè un fenomeno che si autoalimenta: più un comune, un territorio, perde popolazione, più è destinato a perderne altra. Perché meno popolazione significa meno domanda di servizi e di conseguenza meno servizi” (Alcune idee sullo spopolamento in Sardegna, Gianfranco Bottazzi).

Insomma il circolo vizioso che si mette in moto autoalimentandosi funziona così: diminuisce la popolazione si riducono i servizi, si riducono i servizi  e la gente se ne va.

So di dire una cosa sgradita soprattutto ai “malati” di “aviglianite”, che sono in tanti: la drammatica diminuizione della popolazione aviglianese è anche un duro colpo alla stessa tanto decantata identità aviglianese. Ma, se questa cosa sgradita riesce ad attirare l’attenzione ed a produrre oltre che qualche amarezza una sana discussione, poco male.

Cosa fare: lo spopolamento non è inesorabile, ma dipende dalle politiche pubbliche.

Cosa fare per ridurre i fattori di abbandono della popolazione residente e per  potenziare quelli attrattivi di nuova residenzialità?

La cosa da evitare, proprio perchè la storia ci dice che lo spopolamento  è un circolo vizioso che si autoalimenta, è quella di nasconderlo o di sottovalutarlo. Si tratta di prenderne atto senza reticenze e senza ridimensionarne la gravità.

Le reazioni verbali scomposte, come quelle del consiglio comunale sopra citato, non servono, anzi sono deleterie.

So di dire un’ovvietà, ma credo che per prima cosa bisogna capire perchè la gente se ne va. E per capirlo bisogna mettere il fenomeno al centro dell’attenzione delle istituzioni, delle forze politiche e  sociali, oltre che culturali. Solo in questa maniera si avrà la possibilità di comprendere lo stesso  fenomeno nella sua complessità, per  mettere in campo politiche pubbliche capaci di contrastarlo.

Nel “Rapporto”  di cui alla breve premessa iniziale si legge: “Lo spopolamento della montagna non è inesorabile… non dipende semplicemente dall’orografia, ma dipende dalle politiche, e precisamente dalle politiche pubbliche” .

“Oltre le catene” di Domenico Mecca

DOMENICA 26 AGOSTO 2018 – ore 18.30 – Sala “Andrea Claps” – presentazione del libro di Domenico Mecca “Oltre le catene”.

Intervengono:
Lucia Summa – Pubblicista del quotidiano della Basilicata “Il Roma – Cronache Lucane”
Andrea Genovese – Presidente della Società di Mutuo Soccorso fra gli Operai di Avigliano
Vito Summa – Sindaco di Avigliano
Rosa Mancino – Fondatrice dell’associazione Zia Lisa
Francesca Nella – Ideatrice del laboratorio “Volare Oltre”
I ragazzi del progetto “Volare Oltre”

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“Controcanto, verso il vento” di Patrizia Bianco

SABATO 18 AGOSTO 2018 – ore 18.00 – Biblioteca “Tommaso Claps” – presentazione del libro di Patrizia Bianco “Controcanto, verso il vento”.

Intervengono:
Andrea Genovese – Presidente della Società di Mutuo Soccorso fra gli Operai di Avigliano
Vito Summa – Sindaco di Avigliano
Donata Larocca – Vicepresidente del Gruppo Volontariato Solidarietà “Adozioni Internazionali”
Don Franco Corbo – Presidente GVS – Parroco della chiesa SS. Anna e Gioacchino di Potenza
Patrizia Bianco – Autrice del volume
Reading a cura di Angela Giordano

La serata sarà allietata da intermezzi musicali.

17/18/19 agosto – esposizione in Biblioteca delle opere pittoriche di Anna Maria Moramarco

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La cremazione in Basilicata

Venerdì 17 agosto 2018, ore 17.00 – Biblioteca “Tommaso Claps” della Società di Mutuo Soccorso fra gli Operai di Avigliano.

Seminario

“La cremazione in Basilicata”

parteciperanno i rappresentanti della SoCrem di Matera e della Federazione Italiana per la Cremazione, seguirà l’Assemblea dei Soci della “Socrem Lucana”

Durante la serata si raccoglieranno le iscrizioni alla Società per la Cremazione Lucana

Noterelle critiche intorno alla figura di Emanuele Gianturco

Mi è stato chiesto di tracciare un profilo critico di  Emanuele Gianturco (Avigliano 20 marzo 1857 – Napoli 10 nov. 1907).

Devo confessare che, pur avendo letto abbastanza del personaggio, non mi sento in grado di tracciarlo; vorrei, però, rispetto alla figura di Gianturco, toccare alcune questioni che mi hanno, e da sempre,  alquanto meravigliato ed alle quali non sono riuscito a darmi  mai risposte convincenti.

Voglio preliminarmente precisare che, almento per quanto mi riguarda, non sono minimamente in discussione né la grandezza del personaggio, né lo spessore delle sue opere scientifiche.

Ciò che, invece,  non sono mai riuscito a spiegarmi sono le ragioni  per le quali intorno alla figura di  Gianturco si sia  sviluppata “una fitta letteratura d’intonazione celebrativa e apologizzante” (così, non io, ma Treggiari in L’esperienza giuridica di Emanuele Gianturco). E, se le intonazioni apologizzanti non riuscivo e non riesco a spiegarmele in linea generale, più in particolare,  non riuscivo e non riesco a spiegarmi le ragioni per le quali le intonazioni “apologizzanti”,  e non solo al livello letterario, provenivano, provengono e sono promosse, per buona parte, da ambienti politico-culturali della sinistra.  E tanto poiché, come è ampiamente noto, Gianturco non solo si schierò a “favore nei confronti della sanguinosa repressione dei tumulti milanesi del maggio 1898”…ma sostenne “decisamente i provvedimenti restrittivi delle libertà di associazione, di stampa e di sciopero presi dal governo del generale Luigi Pelloux (1898-1900)”…schierandosi, poi,  “nelle file dell’opposizione conservatrice all’epoca del governo Zanardelli” e  polemizzando  “contro la politica liberale del governo nei confronti della grande ondata di scioperi agrari e industriali d’inizio secolo”.

Queste brevi annotazioni  del Treggiari descrivono  un uomo politico, a tutto tondo, decisamente conservatore.

E allora quali possono essere le ragioni delle intonazioni “apologizzanti” degli ambienti politico-culturali della sinistra rispetto alla figura di Gianturco?

Alcune volte, quando ho esternato la mia meraviglia rispetto alla provenienza delle dette intonazioni,  ho avuto occasione di verificare che si trattava di vera e propria crassa ignoranza: non conoscenza né del conservatorismo del Gianturco, né di fatti specifici che hanno caratterizzato il personaggio nell’esercizio del potere.

Credo sia l’occasione buona per elencarne alcuni.

Comincio con quello che per me è il più grave e che, nonostante avesse avuto all’epoca una certa risonanza sia a livello di stampa giuridica che politica, è poco conosciuto.

Il fatto. Nel 1900, il sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione di Napoli F.S. Gargiulo,  in qualità di testimone, avanti al Tribunale di Napoli, depose  il falso in favore  del sindaco (e deputato) Alberto Aniello Casale. La bugia del Gargiulo venne documentalmente smentita sia dalla relazione della Commissione Governativa di inchiesta che dalla stessa sentenza del Tribunale. Il comportamento spergiuro del sostituto procuratore Gargiulo venne stigmatizzato,  nella sua requisitoria, dal Pubblico Ministero di udienza De Notaristefano. Relativamente a detta vicenda, ha scritto recentemente Mario Cicala che “il Ministro della Giustizia Emanuele Gianturco inflisse un ammonimento «severo», non al Gargiulo bensì al pubblico ministero di udienza De Notaristefano che aveva osato nella sua requisitoria deplorare il comportamento del collega spergiuro”  (Mario Cicala, Spunti per una riflessione sulla deontologia giudiziaria). Un giornale del Foro  dell’epoca, così commentò la vicenda: «Fa meraviglia come in uno dei rari momenti nei quali tutto il paese è unanime nel far plauso alla magistratura, debba esser proprio il Guardasigilli colui che se ne mostri dolente». («La Tribuna Giudiziaria», 18 novembre 1900).

Due giorni prima della Tribuna Giudiziaria, L’Avanti, il giornale dei socialisti italiani, aveva così commentato La pietosa bugia”: “Leggiamo testualmente nel Roma: Per ordine del ministro Gianturco, il cavaliere Mazzola, procuratore del re, ha rivolto un ammonimento al sostituto De Notaristefani, per avere questi, nel processo Casale, censurata, nella sua requisitoria, la dichiarazione del sostituto procuratore generale Gargiulo. La giustizia degli antichi fu simboleggiata bendata, perchè non deve avere riguardi per nessuno. Inoltre il nostro Statuto sancisce la massima: La legge è uguale per tutti. Auguriamo al giovane censurato altri simili trattamenti, perchè la coscienza pubblica sarà con lui” (l’Avanti del 16 novembre 1900).

E’ stato scritto recentissimamente che Gianturco, col tempo, “divenne più «autoritario», e suoi, quale Ministro dell’Istruzione, furono i provvedimenti di censura nei confronti di Maffeo Pantaleoni e Antonio Labriola, rei di aver criticato dalla cattedra il governo, che gli valsero l’esser bruciato in effige dagli studenti della Sapienza. Uguali contestazioni subì per il suo appoggio alla repressione dei tumulti milanesi del 1898, e la sua conduzione della vicepresidenza della Camera contro l’ostruzionismo parlamentare” (Pier Francesco Monateri, Dizionario del Liberalismo italiano).

Per meglio inquadrare la censura al professore socialista Antonio Labriola è opportuno ricordare che, il discorso incriminato dal Gianturco e che valse al Labriola non solo la censura ma anche la non pubblicazione sulla stampa istituzionale universitaria, era la prolusione all’anno accademico 1986/1987 della Università “la Sapienza di Roma”.

La  prolusione venne poi pubblicata, ed a sue spese, da Benedetto Croce. Quest’ultimo così concluse la sua breve presentazione: “E non mi resta da dir nulla per mio conto, se non che io sono orgoglioso di presentare al pubblico questo discorso, per sentimenti e per pensiero uno dei più elevati che si sieno mai sentiti nelle aule delle Università italiane”.

Il discorso che per sentimento e pensiero venne considerato dal liberale Croce tra i più elevati sentiti nelle università italiane valse al Prof. Labriola la censura del Ministro dell’Istruzione Gianturco.

                                                                                             Mimì Pace